Tra i compiti dell’RSPP vi è quello di proporre programmi di formazione per i lavoratori. L’accordo stato regioni sulla formazione dei lavoratori, prevede che nel corso di aggiornamento si trattino argomenti diversi rispetto a quelli del corso base.
Per questo, per l’RSPP, è importante trovare argomenti nuovi, che possano portare un reale beneficio dal punto di vista salute e sicurezza.
Nell’ottica di un RSPP sempre di più manager del welfare aziendale oltre che della sicurezza, un argomento che si potrebbe proporre è quello del rapporto tra alimentazione e lavoro.
Sempre più ricerche negli ultimi anni hanno dimostrato il forte rapporto che c’è tra alimentazione e produttività di un lavoratore. Però ci si deve concentrare anche su un altro aspetto, ovvero sul rapporto tra sicurezza sul lavoro e alimentazione.
L’alimentazione infatti può essere utilizzato come strumento per prevenire i danni che i rischi possono provocare alla salute del lavoratore.
Proprio per questo, soprattutto in alcuni settori, è molto importante istruire i lavoratori ad una corretta alimentazione, non solo che li possa far rendere di più, ma che li possa tutelare maggiormente dai rischi lavorativi.
Ad esempio, a proposito della campagna europea della sicurezza sul lavoro sulle sostanze pericolose, l’alimentazione del lavoratore può ridurre (o peggiorare quando non è regolata in modo corretto) il rischio portato dall’esposizione di sostanze chimiche. Oppure semplicemente l’alimentazione può far nascere delle patologie (come diabete ed obesità) che rendono il lavoro meno sicuro ed il lavoratore non adatto a determinate mansioni.
Per portare atri esempi di come alimentazione e salute e sicurezza siano legate, lo stress lavoro correlato, così come l’esposizione ad inquinanti o a sostanze pericolose appunto presenti nel luogo di lavoro, possono portare alla creazione di radicali liberi nel corpo. Questo processo può portare ad una serie di condizioni che a lungo andare possono sfociare in patologie gravi. L’alimentazione può tamponare ed offrire un buon rimedio all’ossidazione e alla formazione dei radicali liberi. Una dieta ricca di frutta e verdura, non solo fa bene alla linea, ma fornisce al corpo una serie di sostanze anti ossidanti che aiutano appunto a ridurre l’effetto negativo dei radicali liberi.
Ci sono sostanze chimiche che possono aumentare l’effetto tossico sul corpo umano in base al tipo di alimentazione seguita dal lavoratore. Un esempio su tutti può essere quello dell’alcol. Bere durante la pausa pranzo è fortemente sconsigliato. I motivi sono vari, il principale è il divieto di essere sotto effetto di alcol al rientro al lavoro, però è giusto sottolineare che l’alcol se presente nel corpo dell’individuo, oltre ad aumentare il rischio infortunistico, interagisce con alcune sostanze tossiche potenzialmente presenti in alcuni luoghi di lavoro, aumentandone la tossicità. Tali sostanze sono: i solventi alogenati (aumento epatotossicità), i solventi alifatici ed aromatici come: xilene, toluene, stirene (potenziamento degli effetti sul sistema nervoso centrale), la nitroglicerina (aumenta la tossicità sull’apparato cardiovascolare), pesticidi (aumento della neuro ed epato tossicità), metalli come Piombo, Cromo, Cobalto, Mercurio (aumento della tossicità).
Sempre parlando di stress lavoro correlato, si può affermare quindi che l’alimentazione sia uno degli aspetti principali con cui si possono limitare e contrastare i danni provocati da questo rischio. Tale tema si deve quindi affrontare sia a livello aziendale che a livello individuale, soprattutto in quelle attività dove è molto complesso ridurre il problema agendo a livello organizzativo (alcuni reparti del settore sanitario come il pronto soccorso, ristorazione, ecc).
Sicuramente non esiste un alimento che da solo può contrastare lo stress lavoro correlato, però alcuni studi hanno confermato come l’assunzione di certi alimenti possa portare dei benefici nei confronti dei danni provocati dallo stress. Ad esempio alcune ricerche, si sono soffermate sui benefici portati dagli anti ossidanti presenti in diversi alimenti.
Una verdura utile a combattere uno dei sintomi dello stress, ovvero la depressione, sono gli asparagi. La depressione infatti, è stata spesso associata ad una carenza di acido folico. Per contrastare tale carenza si può assumere una buona dose di asparagi, infatti una singola porzione di questo vegetale fornisce ben due terzi della quantità giornaliera necessaria per “curare l’umore”.
In genere tutti gli alimenti che contengono vitamine del gruppo B possono essere un utile arma contro lo stress. Come succede con l’acido folico, anche la carenza di vitamine come la B1 e la B12, può far scatenare dei processi depressivi anche gravi. Una soluzione rapida del problema può essere rappresentata dagli integratori, anche se basterebbe assumere il giusto quantitativo di verdura a foglia verde (soprattutto spinaci, particolarmente ricchi di magnesio che aiuta a regolare i livelli di cortisolo), legumi, riso, agrumi, noci e uova, per avere il giusto apporto di vitamine del gruppo B, considerando che le vitamine, così come i minerali, vengono assorbite in modo migliore se assunte attraverso i cibi piuttosto che attraverso gli integratori.
Non solo le verdure creano benefici contro lo stress, bensì anche gli alimenti ricchi di omega 3. È stato dimostrato da diversi studi che gli acidi grassi Omega 3 contenuti nel salmone (ma anche nel tonno, nella trota, nelle aringhe, negli sgombri, nelle acciughe e nelle sardine) migliorano l’umore, perché aiutano a tenere sotto controllo il cortisolo e l’adrenalina, e riducono il rischio di attacco cardiaco. Non solo, se assunti insieme con gli antidepressivi, ne migliorano gli effetti.
Contro l’ansia, per favorire il buonumore sono utili alimenti come il Cacao, i cereali integrali, le noci e le mandorle. Un esempio di spuntino di metà mattina, utile anche contro lo stress, potrebbe essere rappresentato da uno yogurt bianco nel quale si possono inserire pezzettini di cacao amaro (almeno al 70%) e noci sbriciolate. Altri alimenti utili potrebbero essere le albicocche, la frutta secca, la melassa e le arance.
Uno dei modi pratici per ridurre lo stress potrebbe quindi essere consumare dei pranzi a base di broccoli, verdure fresche e alimenti ricchi di omega 3, mangiando magari all’aperto ed in compagnia ed evitando quelle bevande e quegli alimenti che possono aiutare lo stress a recare danni psicologici e fisici nei lavoratori.
Altro esempio è dato dalla serotonina, ovvero l’”ormone del buon umore”. Esistono alcuni alimenti che contengono una maggiore quantità di triptofano, un amminoacido che aiuta e stimola la produzione di serotonina. La ricerca ha quindi stabilito, a fronte di una risonanza magnetica a cui è stato sottoposto il campione di studio, che una maggiore presenza di triptofano riduce la comunicazione fra le aree cerebrali che controllano la rabbia e l’effetto è maggiore negli individui aggressivi. Il triptofano va assunto tramite l’alimentazione, poiché l’organismo non è in grado di produrlo autonomamente. I ricercatori consigliano l’assunzione di 350 gr fra latte, cioccolato, merluzzo, tonno, alici, caviale, formaggi, maiale, vitello, pollo, tacchino, avena, noci, arachidi, cacao amaro per assumere i giusti quantitativi di triptofano.
Oltre allo stress anche il rischio rumore può essere affrontato con l’aiuto dell’alimentazione. Per quanto riguarda il rumore infatti, a livello generale, la sordità può essere contrastata attraverso una sana alimentazione, e soprattutto si possono combattere tramite una dieta ben calibrata anche i danni extra uditivi, che spesso sono simili a quelli portati dallo stress lavoro correlato.
Questo tema è importante poiché sono molte le denunce di malattia professionale a carico dell’apparato uditivo, ad esempio nel 2014 sono state 1796 le malattie dell’orecchio protocollate dall’INAIL. (INAIL, Rapporto Statistico 2015, 2015)
Contro queste tipologie di rischio è chiaro che si deve intervenire con la prevenzione e la protezione all’interno del luogo di lavoro, ma questi interventi possono essere coadiuvati in parte anche dalla dieta.
A livello generale, per prevenire la sordità, soprattutto nelle persone di sesso maschile, una dieta ricca di acido folico, può aiutare. Uno studio, presentato ad un congresso dell'American Academy of Otolaryngology-Head and Neck Surgery Foundation, ha dimostrato come l’acido folico, che si trova in abbondanza in alcuni alimenti come le verdure a foglia verde (spinaci, broccoli, asparagi, lattuga), le arance (e il succo di arancia dal concentrato), i legumi, i cereali, frutta come limoni, kiwi, fragole e nel fegato, può essere un’arma utile per la prevenzione dei danni all’apparato uditivo. I dati raccolti derivano da circa 3600 uomini che hanno avuto una perdita di udito più o meno accentuata. In queste persone sono state analizzate le abitudini alimentari, per capire l’introito di vitamine, antiossidanti ed altri micronutrienti: la loro dieta è stata valutata regolarmente nel tempo perché i partecipanti provenivano dall'Health Professionals Follow-Up Study, che ha seguito dal 1986 al 2004 oltre 50 mila uomini sottoponendo loro ogni anno anche questionari specifici per valutarne l'alimentazione. I risultati dell'analisi hanno svelato che vitamina C, vitamina E e il betacarotene non hanno alcun ruolo protettivo sull’orecchio. Infatti la perdita dell'udito, in questo campione, si è dimostrata indipendente dalla quantità di antiossidanti introdotti con la dieta. Invece, gli over 60 che consumavano molti cibi ricchi di folati o prendevano supplementi a base di acido folico (o vitamina B9) registravano una riduzione del 20 per cento del rischio di sordità più o meno consistente.
Sempre parlando di rischio rumore, anche l’alcol può avere, come per altri rischi, un effetto deleterio per l’udito. Nello specifico l’effetto cronico dell’alcol sul sistema nervoso periferico può portare a polineuropatia tossica e carenziale (tremori, parestesie, dolori notturni, disturbi motori, astenia muscolare, neurite ottica, effetti tossici su nervo acustico e nervo vestibolare).
Infine l’alcol crea anche danni all’udito acuti, ovvero abbassa la percezione del rumore, che può comportare un rischio maggiore di incidente e di infortunio. Ecco quindi un altro motivo per cui non si dovrebbe assumere alcol prima e durante il lavoro.
Curare l’alimentazione non vuol dire solo prevenire le malattie professionali, può essere anche un aiuto contro gli infortuni.
Mangiare troppo nella pausa pranzo diminuisce la produttività e l’attenzione del lavoratore a causa di sonnolenza e difficoltà a concentrarsi, soprattutto nei lavoratori d’ufficio. L’assunzione di molto cibo, soprattutto di difficile e lenta digestione, come i grassi, fa si che il nostro sistema digerente richieda molta energia che viene sottratta al resto dell’organismo, provocando quindi sonnolenza. Nei lavori più fisici e manuali invece, una alimentazione scorretta può portare a crisi per carenza di zuccheri o facilitare malori ed indigestioni quando è eccessiva.
Risulta quindi chiaro che le aziende hanno ruolo chiave nella sensibilizzazione della tematica alimentazione e salute. Il datore di lavoro dovrebbe puntare alla tutela della salute del lavoratore (voluta oltre che dal D.Lgs. 81/08 anche dalla Costituzione e dal Codice Civile) passando anche da una corretta informazione e soprattutto da azioni pratiche come una disponibilità di cibi vari e ben calibrati nei menù delle mense aziendali e la modificazione degli orari di lavoro per permettere adeguate pause e per impedire il salto dei pasti ai propri dipendenti. Le attività pubbliche o private che possiedono una mensa interna, dovrebbero garantire una scelta tale da poter seguire una dieta ipocalorica e sana, evitando i così detti cibi spazzatura o cibi molto grassi e ricchi di sale, condimenti e zuccheri semplici. Si dovrebbe partire dall’informazione arrivando ad un processo di formazione ed educazione che porti il lavoratore a sapersi alimentare in modo sano ed efficiente questo anche e soprattutto nelle realtà dove la mensa non c’è ed è il lavoratore che decide autonomamente cosa, dove e quanto mangiare.
L’RSPP quindi deve dare il suo supporto, sia analizzando tale rischio, sia proponendo programmi formativi sul tema specifico, anche in base alle tipologie di rischio a cui i lavoratori sono esposti, con l’aiuto di esperti del settore.
Sicurgarda è in grado di proporre consulenza grazie ai propri tecnici sia alle aziende che ai consulenti e agli RSPP sul tema alimentazione e lavoro.